Palermo-Udinese, di siciliani e friulani in campo e a disposizione degli allenatori, neanche l’ombra. Per Beppe Iachini dei 23 giocatori da poter mettere in campo nella gara casalinga contro l’Udinese, gli italiani sono stati solo 9 e di siciliani manco a pensarne. Per Andrea Stramaccioni, il tecnico bianconero, su 23 uomini solamente 3 gli italiani: Giovanni Pasquale e Giampiero Pinzi che sono scesi in campo, seppure non da titolari e Nicola Belmonte che s’è visto tutta la partita dalla tribunetta. Curiosando nel sito della società friulana, abbiamo anche notato che su una rosa di 32 elementi della prima squadra troviamo 3 brasiliani, 2 greci, 2 francesi, uno svizzero, un portoghese, un paraguaiano, un colombiano e un ghanese. Gli italiani in netta minoranza: solo 9. Meglio il Palermo, che come presidente ha un friulano e nella rosa si ritrova 3 brasiliani, 3 argentini, 2 svizzeri, 2 marocchini, un kosovaro, uno sloveno, un bulgaro, uno svedese e un costaricano. Detto questo, chi vuol trarre le conclusioni le tragga da solo.
A chi scrive può andar bene l’internazionalizzazione, però, non lamentiamoci, amici miei, quando la nostra nazionale non va bene e si becca brutte figure “prandelliane”.
L’Udinese ancora bestia nera del Palermo che poteva benissimo agguantare la terza vittoria consecutiva e con largo merito, ma vuoi un rigore calciato male, un palo colpito dal miglior giocatore in campo, Dybala, e poca attenzione nei calci d’angolo ha buttato alle ortiche 2 pesantissimi punti e dato a Stramaccioni una boccata d’ossigeno, dopo 2 sconfitte consecutive.
Della squadra rosanero, ormai conosciamo tutto. Per essere degna fino in fondo di ben figurare nel massimo torneo di calcio italiano, mancano ancora un esterno basso di qualità a destra, un centrale di centrocampo , non solo di quantità, ma con un migliore qualità tecnica e un Andrea Belotti che deve maggiormente migliorare la custodia della palla nei momenti topici e che sappia attendere che i compagni della difesa avanzino e, soprattutto, maggiore personalità e cattiveria in fase conclusiva.
Nella gara al “Barbera” contro l’ex squadra di Francesco Guidolin abbiamo per un po’ rimpianto i grandi tiratori di calci piazzati, come Eugenio Corini e Fabrizio Miccoli. Non che Enzo Maresca non ci sa fare, ma la potenza nel tiro di Corini e Miccoli era tutto un altro andazzo. Ma i se e i ma e il tempo che passa, nel calcio come nella vita, non hanno padroni e non si può vivere di rimpianti e di ricordi. Altra pausa per la gara di qualificazione della Nazionale maggiore alla fase finale degli europei e per Iachini ancora lavoro e sempre lavoro per portare al più presto la squadra alla salvezza: obiettivo minimo, alla portata dei rosanero a cui, almeno per la stagione in corso, non bisogna pretendere di più. E pazienza se in prima squadra non vi sono siciliani, né tanto meno palermitani.