
Dice ancora Luisella Lionti: “Se gli autori del Rapporto descrivono come «andamento lento» lo stato di avanzamento dei programmi Fse e Fesr al 28 febbraio in Italia, dove la spesa effettiva media ha raggiunto un misero 5 per cento, ci chiediamo come potrebbe essere definito l’1.19 della Sicilia! A rendere più cupo il quadro della situazione, i numeri relativi agli impegni di spesa a tre anni dall’avvio della programmazione dei fondi per il 2021-2027 che vedono l’Isola al 5,58 mentre la media nazionale sfiora il 18 per cento (17.97)”.
Non ci interessa – aggiunge la segretaria generale della Uil siciliana – puntare il dito contro nessuno, ma qualche spiegazione è dovuta alle persone di questa terra che continuano a soffrire di opportunità negate. Siamo pronti al confronto, perché entro il 2027 ogni euro dei Fondi per lo sviluppo sia destinato effettivamente allo … sviluppo della Sicilia”.
Lo Studio Uil si conclude con un appello-denuncia della segreteria confederale Ivana Veronese. L’esponente sindacale, fra l’altro, scrive: “Alla luce di questi dati è indispensabile, e quanto mai urgente, mettere in moto tutti i processi per assicurare velocità nonché qualità della spesa e addizionalità delle risorse. “La lentezza nell’attuazione della politica di coesione non può essere un alibi per riprogrammare gli interventi, spostando risorse verso il programma ReArm Europe. Nell’attuale contesto economico-finanziario, nazionale e internazionale una buona programmazione dei Fondi strutturali europei, integrata con la programmazione delle risorse ordinarie, contribuirebbe in modo significativo a ridurre non solo le disuguaglianze, ma a rilanciare l’economia, l’occupazione e il benessere sociale”.